Pubblicato in Eventi il 21/10/2020

Il nostro Henry Favre ha deciso ancora una volta di mettersi in gioco: ha partecipato ad un’avventura davvero importante con un mezzo improbabile: una Vespa Primavera. Come azienda, abbiamo deciso di affiancarlo anche questa volta in veste di partner tecnico, fornendogli il motore per alimentare quelle ruote impolverate da dieci pollici. Avete già capito di che avventura parliamo? Ecco il video che ha realizzato in esclusiva per noi

Qui un’intervista che ha rilasciato, ancora indolenzito dopo quasi un mese dal rientro.

Cosa hai combinato Henry?

Niente di che, ho deciso di iscrivermi al rally di Sardegna con una Vespa. Una delle peggiori idee della mia vita, fino al primo dei cinque start del rally. Una Vespa del ’75 di quelle con tanti ammortizzatori e le gomme da ventuno. Se scrivo queste parole vuol dire che sono vivo, felice e con ancora le braccia funzionanti: è stato pazzesco! Sono abituato ad esperienze lunghe e lente, questa volta era tutto veloce e breve: 300 km al giorno per quattro giorni, l’inferno praticamente.

Come ti sei preparato?

Subito ho pensato di aver fatto una grande cosa che inizia per “c” ad iscrivermi con un navigatore cartaceo chiamato roadbook e con la formula che non prevede assistenza. Ho poi pensato che me la sono sempre cavata e che il papiro con tutti i simbolini, alla fine, fosse solo una caccia al tesoro. Ma il bello, ma non troppo, è stato quando ho realizzato che non avessi mai guidato una Vespa per più di dieci km e mai su sterrato. Il primo approccio è stato molto “ammaccante” e il manubrio decise subito di testare la sua flessibilità. Diciamo che la vespa e i sistemi di navigazione erano già super efficaci nonostante la mia inesperienza, davo per scontato di riuscirci. Il problema era il mio fisico, ahimè. Una volta facevo anche gare di corsa in montagna, poi sono invecchiato. Ho cosi passato qualche mese ad allenarmi e a seguire una dieta povera di carbo..no non riesco a mentire, ho mandato subito a rotoli anche quel piano di allenamento. Mi sono presentato al via come se fossi pronto per il giro del vespa Club della domenica. E’ passato un mese e ho ancora male alla schiena e ai polsi, mi sta bene!

Come mai hai scelto la Vespa?

Mah, in realtà non c’è una vera e propria spiegazione, in casa avevo quella e nel portafoglio non c’erano i soldi per una moto super ammortizzata e preparata da Dakar. Devo ammettere che l’idea iniziare era quella di usare un cinquantino, probabilmente un Bravo con le forcelle del fifty. Fortunatamente ho cambiato idea e ho iniziato a cannibalizzare la vespa primavera, rendendomi molto antipatico ai collezionisti.

Come hai allestito e preparato il mito di sempre?

Male, molto male. Avrei potuto fare di meglio, ma il rally di Sardegna è stata l’unica cosa e l’unica esperienza mai fatta con una Vespa, quindi la mia inesperienza su quel veicolo, mi ha causato qualche problema durante le tappe. Ho sottovalutato elementi banali come il non proteggere i cavi delle marce, mentre sono andato a sovradimensionare altri elementi inutili. La Vespa non è stata riempita di saldature di rinforzo, e l’unico optional strutturale è la forcella della Vespa et2 (molto recente) e il super freno a disco che mi ha aiutato più volte a non finire dentro i cespugli.

Parlaci del cuore pulsante della Vespa: il motore.

Il Primavera nasce già 125cc ma i cavalli originali non bastavano, quindi il monocilindrico è stato portato a 130 con l’impiego del cilindro 57.5 MHR monobasica in alluminio. E’ un cilindro nato per fare tanti giri e tanti cavalli, ma avendo i booster allo scarico, di certo non è un cilindro tranquillo da lungomare, anzi! Ho accoppiato al cilindro una marmitta “base” non con un’espansione troppo evoluta e questo mi ha permesso di avere un’erogazione seppur On-off, molto più contenuta. Specie con la Power exhaust, ho notato che avevo un motore molto pronto a bassi regimi, in un rally utilissimo quando trovi ostacoli o sentieri e; durante i trasferimenti tra le varie tappe, con la quarta corta visto il multiplo ravvicinato riuscivo a tenere tranquillamente i 110 orari senza far urlare il motore

Cosa hai rotto durante il rally?

Insieme ai tecnici Malossi, avevamo pensato ad una scheda di manutenzione della vespa. In sostanza, ogni sera, dopo aver macinato 2/300 km di sterrato, l’idea era quella di fare dei lavoretti alla vespa per mantenerla sempre attiva e prestante. Si ecco, idea è rimasta, perché la sera ero davvero “bollito” e il piano di manutenzione è andato a friggersi appena ho sentito “vieni a bere una barretta?”. Così, per circa 900 km di sassi, polvere e fango, la mia vespetta non ha battuto ciglio e ha gradito la poca cura su di essa. Si sa: le vespe funzionano sempre, e quando non vanno, è il condensatore. Ah si, poi devo anche dirvi che ho rotto la marmitta, ma devo trovare qualche scusa per giustificare il fatto che non abbia avvitato il bullone (l’unico) che la tiene. In poche parole, tutta la marmitta è stata per 80km appesa ai due prigionieri del cilindro, poi ha deciso di fermarsi dentro ad una pianta di fichi d’india. La “scollettorata violenta” rimbomba ancora ad Arborea.

Prossima avventura folle in mente?

Non è che ci sia una vera risposta a questa domanda. Ho in mente tante cose, ma mi piace pensarci almeno dieci volte prima di metterla in atto. Ho da qualche parte un Ciao da viaggio, ma visti i tempi la parola “viaggio” è diventata un po’ un’utopia, quindi vedremo cosa fare di figo nei prossimi mesi. Ah si, ho appena ricevuto le date del rally 2021, ci sarò!