Pubblicato in Eventi il 30/08/2019

 

Sabato…sole, pioggia e fango!

La giornata inizia così, in 6 in una pista isolata a saltare e a farci fotografare. Io, lì, ci sono finito per caso. Per la prima volta mi trovo a girare in un circuito serio, emozioni forti, ad ogni salto il dubbio di come atterrerai e l’adrenalina nel provarci lo stesso, nell’essere lassù, in cima al mondo.

Il pomeriggio, tutto cambia. Il sole cede il posto alla pioggia e tutto diventa schizzato di fango. Ovviamente noi siamo lì e continuiamo a girare. L’obbiettivo è sporcarsi, infangare gli altri e divertirsi come non mai. Sudati, sporchi, a disincagliare motorini impantanati, a scivolare e faticare eppure, mai più felici di così…

Ragazzi accomunati da un’unica passione, cresciuti con un unico odore – quello della miscela – con la voglia di confrontarsi e di imparare, rimanendo fino alle 3 di notte incollati a quei motori per modificarli e renderli sempre più veloci, raccontandosi aneddoti su tentativi falliti e su come sono nati.

Il mio? Trovato in una cantina e, fatta la promessa alla vecchia proprietaria di trattarlo sempre con cura, gli ho fatto perfino prendere fuoco, nel tentativo di mettergli una barra centrale di rinforzo, dimenticandomi però, di aver il serbatoio pieno…

Eppure, qui, di storie così se ne sono raccontate moltissime e, non solo ti senti capito ma, in un certo qual modo, entri a far parte di una grande famiglia con la quale spero di aver sempre a che fare da oggi in poi…

Grazie Henry, grazie Malossi camp!

Gabriele

 

 

Ciao! Noi siamo Carmelo e Alessio. Affascinati da sempre dalla Malossi e da tutte le sue bellissime creazioni, decidiamo di partecipare al Malossi camp! Il nostro problema? Vivere a 1300km di distanza… proprio così! Siamo due siciliani e nonostante tutte le difficoltà abbiamo preso parte a questo bellissimo progetto. Avevamo anche preparato i nostri Piaggio Si, ma la distanza non ci ha permesso di partecipare con quelli. Niente paura… il mitico Henry ci ha messo a disposizione uno dei suoi moped per farci divertire quanto più possibile. Scegliamo la via più facile, per avere con noi tende sacchi a pelo e quant’altro, ovvero il bus. Canicattì – Verrua Savoia non è proprio un attimo!

Dopo 29 ore di viaggio, tra scali e piccoli problemi, siamo finalmente sul sito del camp e ci mettiamo subito all’opera per sistemare il motorino. Primo problema, il volano non entra in sede… sistemiamo e via! Alt… non si trova una cinghia per la puleggia, cambiamo mozzo, ne troviamo uno con variatore e ora si parte!

Alessio, il mio fratello minore sale in sella e non scende più. Secondo giorno sveglia alle 7 del mattino e già tutti sui motorini! Che emozione vedere tutti quei ragazzi – compreso mio fratello – smontate e rimontare alla meno peggio i loro mezzi!

Ore 16 circa del secondo giorno… pioggia! Niente paura, i più temerari, compresi noi, non si sono fermati di certo davanti a quattro gocce d’acqua… per cui sotto la pioggia e pieni di fango si continua col camp! Il terzo giorno, con la tristezza nel cuore, smontiamo tutto e ripartiamo per la nostra cara Sicilia: altre 22 ore di viaggio ed arriviamo a casa stanchi ma soddisfatti.

Ci tenevo a ringraziare la Malossi, Henry e tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita di questo evento. Un’esperienza che sicuramente vorremmo ripetere perché il Malossi camp… è il Malossi camp!

Tanta roba!!! Alla prossima!

Carmelo e Alessio

 

 

Per me il Malossi camp è sempre un’esperienza straordinaria e molto emozionante, perché posso incontrare ragazzi che hanno la mia stessa passione, e che come me la sentono una parte irrinunciabile di noi.

Questa comune passione ti aiuta a collaborare e ad essere subito amico con persone che vengono da tutta Italia e che non hai mai visto. Io non so come accada, ma è una sensazione straordinaria. Come era già successo nel fantastico “Malossi winter camp” anche in questo c’era la voglia di sporcarsi, di lavorare sui nostri mezzi e soprattutto di fare delle piccole competizioni tra noi ragazzi. Una cosa che mi ha colpito molto è stata il corso sull’elaborazione, molto interessante e alla portata di tutti.

L’evento in generale è stato straordinario, rulli che volano, premi in quantità industriale, tantissimo fango per tutti e piste stupende per distruggere i nostri motorini. Io ho portato il Mini Califfo con il blocco del Phantom f12, un mezzo che ti regala sempre tante emozioni… nel bene e nel male!! Durante i tre giorni (naturalmente) il mio motorino mi ha lasciato a piedi di telaio. Fortunatamente con un po’ di ingegno e una chiave donata dal mitico Henry Favre, sono riuscito a ripararlo e a godermi il tempo rimasto. Anche questo è il Malossi camp!

Io spero che la Malossi e Henry organizzino ancora degli eventi simili, per alimentare la passione, che purtroppo sta svanendo, dello stare insieme a sporcarsi le mani in un garage… che è la sensazione più bella che ci sia!

Non smetterò mai di ringraziare tutti coloro che hanno organizzato l’evento e i miei genitori perché mi hanno permesso di andare, perché esperienze così sono indimenticabili, sono quei sogni realizzati che ti porti dentro tutta la vita.

Samuele

 

 

Lo rifaremo. Certo che lo rifaremo.

Perché quando leggo i messaggi, i commenti e vedo le foto di quel grandissimo nuovo gruppo di amici, capisco che ci sono dei veri sorrisi.

Non si sono messi in posa, eppure in tutte le foto sorridono.

Sorridono anche se hanno il motorino rotto in mezzo al fango e sta piovendo l’impossibile.

A loro basta quello, ecco, li ho trovati!

Ho trovato quel gruppo di ragazzi sani, veri e che cresceranno avendo cose da raccontare, cose vere e genuine.

Per un tratto, mi è sembrato di vivere in quell’epoca dove non ho mai vissuto, ma che i genitori e i nonni ci raccontano.

Quando si giocava a ruba bandiera e si usavano gli alberi per arrampicare, non per fare ombra sul telefono. Quando non c’era il sushi ma il panino al salame, quello che fa “crock” quando lo mangi.

Boh, secondo me il Camp è un breve momento in cui puoi catapultarti nel passato, quando il motorino era tutto, era svago, passione e felicità. Questa volta eravamo davvero in tanti, con un sacco di motorini; talmente tanti che l’ultimo giorno c’era ancora gente che si doveva presentare e al “ciao grazie ci vediamo l’anno prossimo” alcuni non sapevo chi fossero.

C’è stato fango, davvero tanto fango che ha permesso ai ragazzi di divertirsi e di non grippare per la polvere del terreno sabbioso che sarebbe finita ovunque. Beh, sì il fango è finito ovunque.

Vedete ragazzi sorridenti piegare il sacco a pelo nelle pozzanghere come fosse un involtino è davvero molto soddisfacente, perché pensi e capisci che quei ragazzi avranno da raccontare e cresceranno i loro figli allo stesso modo.

Ovvio, qualcuno si è lamentato per l’acqua che entrava nella tenda, per il rumore di notte di ragazzi che cambiavano rulli e facevano volare seger nel prato; ma questo ha appunto confermato l’unicità e il “selvaggio” del camp.

D’altronde si chiama Camp.

Quando si fa “Camp” in montagna non si ha nemmeno una presa di corrente per caricare il telefono. Qualche comfort certo che c’era, avevamo pure il bagno e una super tanica che fungeva da doccia! Ma questo è il bello, per un weekend senza WiFi, ma con pezzi di pizza, rulli, un congelatore che non funziona molto bene, delle corde tra gli alberi fatte di felpe per mettere ad asciugare altre felpe.

Il Malossi Camp è qualcosa che non si può avere da altre parti in altri momenti.

La cosa che più mi ha stupito, oltre al fatto di vedere moltissimi ragazzi contenti, è stata quella di sentirmi dire da un ragazzo queste parole: “sai Henry, siamo in mezzo al fango, non abbiamo le moto luccicanti, non abbiamo le cannucce sui raggi e non abbiamo le maglie con i finti sponsor, non abbiamo nemmeno la ragazza che ci fa la foto mentre impenniamo: forse perché siamo veri, ma felici.” Forse non era tutta così, ma il concetto è questo. Ed è per questo che vorrei ripetere ancora il Camp una, due o chissà quante volte.

Never stop Malossi Camp!

Ad EICMA sarò presente al bancone a lanciare adesivi e gridare sul bancone per farci sentire, per radunare tutti i ragazzi folli, che bruciano della nostra stessa passione.

Venite a trovarci che vi raccontiamo il Camp: quello che vedete nelle bellissime foto, è la meta di quello che succede…

Henry Favre, quello che sta riprendendo la voce ora dopo 1 mese dal Camp